Nato a Parma nel 1986. Nel 2010, tramite il programma Erasmus, ha frequentato l'Accademia di belle arti di Riga, Lettonia. Nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Da allora inizia un percorso denso di eventi e riconoscimenti.
Il suo percorso professionale spazia delle residenze d'artista (Belgio e Islanda) alle numerose mostre collettive in varie gallerie e sedi museali su tutto il territorio nazionale, con collaborazioni internazionali (come ad esempio la mostra We are the ones-vol.1 ,presso la CGK Gallery di Copenaghen nel 2017).
Ha esposto i suoi lavori in varie fiere su territorio nazionale e all'estero, tra cui GrandArt 2019 a Milano, WopArt Fair 2018 a Lugano, SetUp Art Fair 2018 a Bologna, Karlsruhe Art Fair 2016, Fair for modern and contemporary art 2016 a Colonia e Art Verona 2014.
Nel 2012 è vincitore del Premio Arte (sezione Pittura, categoria Accademia). Viene selezionato tra i finalisti del premio Premio Combat 2021 e 2019, Arteam Cup 2020, Premio Ora 2019, Premio Combat 2018, Premio Mantegna Cercasi 2013, Premio Lissone 2014 e del Premio Nazionale delle Arti 2011.
Nel 2019 è stato inserito nel volume 222 artisti emergenti su cui investire, edito da Exibart; nel 2021 è stato inserito nel volume Tomorrow's talents vol.2, edito dalla rivista canadese Booooooom.
La sua ultima mostra personale è Woodoo People (2021), presso lo spazio CUBO di Parma.
Vive e lavora a Parma.
Il lavoro proposto appartiene a una serie recente di opere realizzate ad olio e acrilico su tavola. La scelta di tale supporto è riconducibile alla volontà di confrontarmi con una superficie non più neutra, come la tela, bensì con un materiale dotato di una peculiare valenza estetica, al fine di creare una dialogo formale tra le campiture dell’acrilico, il chiaroscuro e le velature dell’olio e la texture del legno di abete. Il legno, inoltre, è strettamente connesso con la tematica che forma il leitmotiv della serie: la tematica del tempo, a cui si sono ascrivibili anche i soggetti di questi lavori, estrapolati da vecchie foto a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Le opere compongono quindi un caleidoscopio di personaggi - soldati, pugili, clown, prostitute - a corollario di un apparato sociale perennemente valido e attuale: volti anonimi vecchi di oltre un secolo, che tuttavia ripropongono un'immanente "commedia umana" di balzachiana memoria, a fungere da ponte tra un passato e un presente che, anziché susseguirsi, si compenetrano indistintamente. Le figure posano a favore dei nostri sguardi, agghindati con le divise che ne distinguono ruolo, funzione e condizione. Unica finestra sul mondo è la scenografia alle loro spalle: elementi ricorrenti della fotografia ottocentesca, questi fondali dipinti veicolano un'estetica dagli echi tardoromantici, quasi a voler ricondurre l'essere umano a una bucolica riconciliazione con una natura progressivamente schiacciata dall'incedere del progresso tecnologico. Queste scenografie, ultimo baluardo di una pittura sorpassata dal dagherrotipo nella descrizione del dato reale, vengono qui ricondotte al medium pittorico, al fine di istaurare un dialogo ambivalente tra polarità alternative: pittura e fotografia, interno ed esterno, naturale ed artificiale.